Ti faccio un piccolo disclaimer doveroso prima di proseguire nella lettura: non ti parlerò di quei riti gruppali in cui, per motivare il team, ci si batte il petto la mattina e si saluta il sole oppure, quelle convention motivazionali sulle quali ho molti dubbi.

Parlare di motivazione, quella vera, è un’altra storia. Queste celebrazioni così stereotipate e teatrali, a mio avviso, sono un fuoco di paglia. Ci stanno, possono risultare motivanti (alle volte) ma la loro utilità si esaurisce qualche ora o qualche giorno dopo al massimo.

Motivare è qualcosa di più profondo, più intimo. Un leader deve necessariamente conoscere questo aspetto perché in alcuni momenti sarà chiamato a farlo anche in maniera consistente.

E allora, fatta questa premessa necessaria, cosa significa motivare e come è possibile farlo per la propria squadra?

Il significato profondo di MOTIVARE

“Motivare”, un termine che detto così è sicuramente molto generico e può significare di tutto.

Chiamerei in causa la psicologia che ci dice che la motivazione è quella spinta o quella serie di spinte che ci mettono in azione, ci fanno fare quella o quelle azioni.

Ti sto parlando di spinte interne, cioè quelle che esulano dai fattori esterni, quelli non controllabili direttamente dalla persona. Un esempio di spinta esterna è la gratificazione.  

Non possiamo aspettarci che ogni giorno arrivi la persona “X” che ci sganci un bel complimento. Quindi, non possiamo dipendere dalle motivazioni esterne.

E allora per essere motivati c’è bisogno di far leva solo ed esclusivamente sui fattori interni.  Qui però sorge il primo problema! Come sai non tutti gli individui percepiscono come spinta interna lo stesso fattore? Anzi, quello che per me è un fattore di motivazione, per te potrebbe essere un elemento disincentivante?

La motivazione Interna

E allora dove nasce questa spinta, questa motivazione? Tutto nasce dal bisogno. Ogni persona per essere motivata ha “bisogno che i propri bisogni” siano soddisfatti. Perdona il gioco di parole ma credo che esprima bene il concetto.

Te la sei mai fatta questa domanda, ossia, quali sono le necessità che ogni singola persona del tuo team ritiene importanti e da soddisfare

Qui torna utile il concetto della piramide di Maslow, uno psicologo vissuto nel secolo scorso, che ricomprese questa classificazione nel suo libro “Teoria della motivazione umana”. In questo libro gerarchizza i bisogni partendo da quelli fisiologici fino ad arrivare a quelli legati alla stima e all’autorealizzazione, passando per la sicurezza e l’appartenenza.

Noi tutti rispondiamo a queste necessità e le riportiamo in ogni contesto nel quale siamo inseriti e soprattutto, ne andiamo alla ricerca! 

Tornando alla domanda, le risposte che otterrai per ognuno dei tuoi collaboratori, rappresenteranno quelle manopole da utilizzare costantemente per riuscire a mettere la persona nelle migliori condizioni possibili per esprimersi come professionista. 

Ad esempio, la  tua collaboratrice è motivata dal sentirsi utile operativamente. In questo caso delega più spesso in modo che sia attiva e responsabile nell’operatività. Oppure c’è chi mette al centro il fattore economico. In questo esempio, se la persona merita (e sottolineo “merita”) cerca sempre che le sue aspettative siano più o meno corrispondenti alla sua remunerazione attuale.

Un ultimo esempio che ti farei, è chi si motiva con le sfide. Fortunatamente non esistono solo dipendenti che amano timbrare le 8 ore ossia, fanno il loro, punto e basta.  Ci sono invece persone che vedono nel lavoro una sfida e non amano il piattume in termini di crescita personale. Con queste persone cerca costantemente di creare dei giochi, delle sfide che li facciano sentire inseriti in un percorso di crescita permanente. 

Insomma, assicurati sempre di conoscere quanto più i bisogni che muovono le persone che compongono la tua squadra. Domandaglielo anche apertamente.

Una volta scoperti crea una soluzione su misura per ognuno. Quelli che ti ho fatto erano alcuni esempi ma sono sicuro che nella tua realtà ce ne siano tantissimi altri. Per ogni bisogno c’è almeno un possibile atteggiamento, una possibile soluzione o una possibile azione per soddisfarlo.

A te scoprirlo, perché più riuscirai a far percepire i bisogni come soddisfatti, e più le persone si sentiranno invogliate a fare e soprattutto a fare bene. In questo modo motiverai realmente tutto il tuo team e lo accompagnerai verso alte performance.

Metti alla prova quello che hai letto e sperimenta tu stesso questo tipo di approccio. Sono sicuro che non tarderai a raccogliere risultati positivi!